La fiera Esxence ha aperto i battenti nel lontano 2009 e con il passare degli anni si è ampliata sempre più cambiando ad ogni edizione la venue.
Quest’anno si è tenuta presso Allianz – MiCo Milano Convention Centre e, nonostante l’area fosse molto ampia, l’ultimo giorno aperto ai visitatori, gli operatori hanno dovuto bloccare le entrate per troppa affluenza.
Ovviamente questo ha creato malcontento da parte dei visitatori nonché futuri consumatori finali, l’altra faccia della medaglia invece è che gli espositori, i nasi creatori e gli operatori di settore erano stremati.
L’apertura al pubblico non selezionato ha portato a veri e proprio furti di flaconi, ci hanno confidato molti espositori e purtroppo questo ha creato qualche perplessità sulla gestione dell’evento.
La nostra speranza è che per la prossima edizione si trovi un equilibrio per entrambe le parti. #PEACE
Ma ora parliamo di cose BELLE e soprattutto PROFUMATE:
in questa edizione mi hanno colpito tre brand che penso e spero vedremo crescere nei prossimi mesi:
RéSERVE EN AFRIQUE 1934, lo stand più elegante in assoluto, paragonabile ad un allestimento di alta gioielleria con delle fragranze moooolto bilanciate, soavi e accoglienti 10+
NATVM PARFVUM, si sono presentati con tre fragranze davvero molto interessanti! Avanti tutta!
PARFUM BURO, ho individuato tre fragranze interessanti: Butter me up, Quisas quisas quisas e Dare you dear me!/?
Il premio per lo stand più creativo va sicuramente : FUGAZZI
Hanno ricreato l’interno di una piscina, davvero super cool!
Il nostro amato Baruti ha presentato tre nuove fragranze, la più interessante? Hot Cotton
Tola ha presentato tre nuove fragranze, ho amato Osmin
Astrophil & Stellaha presentato due fragranze, la mia preferita Sweet Pulp
E voi? Cosa avete scovato in questa edizione di Esxence?
Sono per natura predisposta a dimenticare. Non ricordo precisamente quasi nessuno dei film che ho visto, i libri che ho letto diventano pagina bianca, e i corsi che ho svolto in breve tempo diventano polvere in una valigia vuota. Lo sguardo sempre rivolto avanti, al passo che segue, a quello che manca, al luogo dove non sono arrivata. Ma cosa si fa a fine anno? Resoconti, punti della situazione, caroselli di immagini già viste, di risate svanite e appuntamenti passati. Perché quello che deve restare riposa in fondo, fa parte delle cellule ormai e non ha bisogno d’altro. Non fa esattamente parte del mio istinto la lista dei “migliori X-Y-Z” del 20XX, non amo le liste e gli elenchi. Ma per scrivere questo articolo ho riguardato tutte le foto del 2023, dal 1 Gennaio ad oggi, convinta di non trovare granché. Qualcosa però è successo: scorrendo le immagini, ripercorrendo le playlist di Spotify ho riavvertito vivide alcune sensazioni, sempre nella versione opaca e polverosa che il tempo trascorso ha depositato, ma le ho trovate. Da qui, ho risentito alcuni odori, che come tagli nel tempo hanno fermato le lancette in una densità amorosa. Gli istanti esatti in cui me ne sono innamorata, riesco a ripercorrerli uno per uno in questa infinita love story a puntate che è l’ossessione olfattiva. Ed eccoci qui, alla fine della Season 23.
Siamo a Gennaio e mi arriva sotto il naso un mix godurioso e frizzante, potentissimo: un cuore gourmand di nocciola, cremoso di zafferano, si unisce a mandarino e gelsomino. Una fragranza decisamente gioiosa, luminosa, che parla chiaramente dellajoie de vivre. Indossata poche volte da una persona come me che indaga, riflette, approfondisce e raramente ha momenti di gioiosa distensione al mondo, ma ogni volta è un grandissimo attimo: quando vaporizzo Tempfluo Nishane tutto si tinge di un’aura calda e colorata di un rossovermiglio. La mia scelta della Time Capsule Collection Nishane, insieme a Tero.
A Febbraio c’è ora aria di primavera, galoppa il desiderio di fiori cristallini e succosi, maturi e inebrianti: Maria, è arrivato il suo momento. Inizio con un campioncino, o meglio, vado dove posso sentire la fragranza e chiedo di poterla vaporizzare sulle braccia. Torno a casa e un’amico con gli occhi sbarrati mi chiede: che profumi indossi? È incredibile! Una tale reazione ferma la mia attenzione come un occhio di buio nel buio del teatro: porto infatti sulla pelle una delle riproduzioni più fedeli della tuberosa che io avessi mai sentito. Così il giorno dopo torno e mi porto a casa il flacone intero. Inutile dire cheDurga di DS&Durga è e resterà sempre uno dei floreali bianchi acquatici più sensazionale che abbia mai sentito. Talcato, acquatico, dolce, mi fa pensare al vapore e ai petali spessi di una tuberosa. Ha qualcosa di talcato, di dolce, come un fiore coraggioso che galleggia sull’acqua. È amore.
I fiori bianchi sono una mia grande passione, soprattutto quando incontrano note profonde resinose, ambrate. La delicatissima e verde coppa di mughetto, resa più dolce del solito dall’hedione, è accompagnata da una leggera scorza di bergamotto. Mamma che buono, che classe. Così, dopo giorni passati a goderlo, a viverlo, nella sua sottile eleganza, Convalia di FumparFum entra a pieno titolo nella mia collezione personale.
Nel frattempo la temperatura si alza e viene voglia di essere avvolti da qualcosa di diverso. Cercavo una stessa forza balsamica potente, ma declinata in modi diversi. In almeno tre crush olfattive estive ritrovo infatti le declinazioni balsamiche della rosa. Il portabandiera di questa categoria fa parte della collezione la Botanique di un brand che mi sta molto a cuore, forse perché mi ricorda le ore che spendevo in un piccolo ma bellissimo negozio ai tempi dell’università. In questa versione, l’eucalipto apre la strada alla rosa, la rinfresca, sventaglia di brezza gelida un fondo legnoso e avvolgente. Sì, è cashmeran, che poesia. Abyssae ha una durata moderata, ma la composizione vale decisamente la pena. Stupenda rosa balsamica numero uno della collezione.
Ma non è finita. La vibrazione eterea di questo fiore nobile non mi abbandona, ma mi attrae attraverso almeno altre due fragranze. Una è uscita addirittura nel 2013, mi sono chiesta dove è stata nascosta in tutti questi anni. Partiamo da quella meno insolente, la più educata, mi fa pensare a una ragazza che danza. Il cuore batte di un connubio bello e luminoso di fiori primaverili: immagina i boccioli delicati e giovani di freesia e il mughetto, resi leggermente polverosi da iris ed eliotropio. Misk Begum di Tola è sensuale, ma non vuole essere seducente, ha un’energia inconsapevole, vive di grande bellezza, ma senza saperlo, la lascia vivere libera, bella, trasparente e meravigliosamente ingenua. Quanto è bella l’estetica inconsapevole? È come l’età dell’innocenza che non viene interrotta, come uno specchio d’acqua in cui non cade niente e rispecchia la realtà come se fosse vera. L’acqua trasparente che vive solo di se stessa, senza rami, senza riflettere nulla. Poi c’è una bellissima rosa che da concretezza a questa luminosità, soprattutto perché si accorda con una goccia di legno di sandalo. Poetico.
Questo specchio d’acqua, però, incontra il tramonto. Sono le 18 di una giornata di fine estate, forse la stanchezza, forse le ore sulla coscienza, ma qualcosa inizia a muoversi. Nello secchio riflesso intravedi qualcosa: forse sei tu? O è l’immagine in cui vorresti ritrovarti? L’innocenza c’è, è li che ti guarda attraverso i petali di un nobile fiore di Grasse, ma inizia a guardarsi. L’ambizione, la rivalsa, l’aspettativa iniziano a fare parte della coscienza, che muta in qualcosa di nuovo. Le molecole sintetiche tagliano il velo di Maya, danno la possibilità di vedersi, e forse di amarsi. Il cashmeran incontra ambroxan e muscenone -Dio solo sa quanto io ami l’ambroxan. Musc Oli di Caron è stato proprio il crush che non mi aspettavo: l’ho sentito, non l’ho capito, l’ho sottovalutato, ma poi è arrivato per non andarsene più. Sensuale e seducente, questa volta sì, il fondo legnoso porta consapevolezza, e le molecole sintetiche fanno aumentare la marcia con arguzia, come il dono di un grande intuito. Certamente una delle pochissime formulazioni non esperidate che reggono perfettamente la sfida del grande grandissimo caldo estivo, Musc Oli è una delle poche che riesco ad indossare tutto l’anno: è sempre una scelta giusta.
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