Everything, everyone is the metamorphosis of something else. Inhale the origin, feel the growth, the evolution. everything is meant to change. Esxence ha voluto portarci a riflettere sull’idea di evoluzione, concetto caro a natura e profumeria. Ma non è semplice cambiamento, è metamorfosi: trasformazione di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa, come elemento tipico di racconti mitologici o di fantasia, spesso consacrati in opere letterarie, specialmente del mondo classico. La metamorfosi ci porta all’idea di cambiare la nostra natura, a differenza dell’evoluzione, che è mutazione adattata ai condizionamenti. Ci sono almeno due tipologie di metamorfosi, ascendente o discendente, a seconda che rappresenti un premio o una punizione, ma l’aspetto che più affascina è che il cambiamento di forma fisica sembra non intaccare la personalità profonda, che rimane pressoché immutata. Entriamo, così, dall’ingresso principale nel mondo della profumeria contemporanea e della passione che trasuda dalla nostra pelle: ogni profumo, ciascun flacone eroga una potenziale metamorfosi. Esattamente il modo in cui ti senti o ti vuoi sentire. In un istante. Vite che non puoi vivere, misure esponenziali di emozioni che invadono, ogni fragranza è una maschera da indossare, o un biglietto da visita percettivo che scegli di presentare. E così, esattamente come sei tu, sarà il tuo rapporto con i profumi: chi ne ha uno per tutta la vita, saldo, profondo e costante; chi sperimenta continuamente, mai pago e sempre alla ricerca.
Almeno tre fragranze, forse quattro, portano questa idea di trasformazione, che a volte è natura, altre è sintesi, artificio alieno.
FUNDAMENTAL di Rubini. Naso: Cristiano Canali.
Una fragranza che non si riesce a definire in modo univoco. L’apertura è aggraziata e frizzante, si sente chiaramente un accordo agrumato molto bello, mandarino, forse arancia e una nota verde che potrebbe sembrare lime. Il cuore e le caratteristiche distintive sono senza dubbio una bella parte fruttata, leggermente acidula, che è accompagnata dalla cera d’api. Nessuna delle note appare distinta, ma si fondono in un insieme elegante, appoggiato su qualcosa di cremoso, quasi materico, dalla piramide dichiarata potrebbe essere burro d’iris, o qualcosa di simile. Un insieme davvero ben fatto, dolce, scioglievole, con un bellissimo drydown. Senza dubbio un fragranza che acquisterò.
SONG FOR A WANDERER di Azman. Naso Christian Carbonnel.
E dopo aver messo le fondamenta con una fragranza complessa e lieve, elegante e bilanciata, arriva lui. Un bellissimo ed essenziale flacone con una “v” rovesciata e un liquido verde luminoso. La canzone per un vagabondo, e lo senti tutto questo desiderio nomade e grato di un’anima che viaggia e passa per una natura potenziata, dove la terra umida –Bat di Zoologist ti ricordiamo, amico mio- incontra l’innato ottimismo di frutti maturi, succosi, generosi -leggi lampone e frutto della passione. La nota di tagete si sposa molto bene con la parte fruttata, a cui è dedicato il cuore della fragranza. Si apre il sipario con questa meraviglia vegetale, frizzante e bagnata, aggraziata di bergamotto e fiori di arancio, entrambi appena percepibili. Ma non è tutto qui. La scena è di un fondo terroso, nutriente e primitivo di muschio vegetale e geosmina, sostenuti da un velo di oud e patchouli che danno calore e corpo alla composizione. Lavanda e gelsomino, con quella sensazione cristallina, pulita e a tratti saponosa fanno sembrare alla tua portata questa foresta esponenziale. Non so se si sia capito: queste due fragranze sono state davvero un coup au cœur.
ANGELS’POWDER di Born to stand out.
Adesso entriamo nell’altro mondo, quello fatto di artifici, nel circo di percezioni innaturali che ti fanno socchiudere la mandibola. Lo zucchero bianco, raffinato, gommato in un marshmallow che ti ci si tinge sulle dita, si fonde con la vernice bianca delle unghie. Una bomba spregiudicata, che non ha paura di ridere e creare sgomento. Ti aspettavi l’aurea talcata di un angelo? Indirizzo sbagliato. Questa è la creatura sregolata di un desiderio non detto, affannosamente abbandonato nella scatola dei giochi d’ infanzia. Ma quelle dita appiccicose tornano con uno sguardo obliquo e invitante, ti si sciolgono sulle labbra. Nel pieno di rave simbolico, smaltato e sintetico. Pensi sia esagerato? Non lo è. Trova il suo luogo sulla pelle con candore, quasi educato. La nota smalto porta freschezza, spezza il basso continuo del Cotton Candy e lo rende insolitamente saponoso. Provare per credere.
by Maria