Ti sei mai chiesto il motivo del grande, enorme successo della festa di Halloween?
Il termine Halloween viene dall’inglese arcaico “hallow” che significa “santo”, quindi Hallows’eve è la festa del santo, che diventa poi Halloween per abbreviazione. Esattamente come in Italia, quindi, ma in Irlanda. Da qui si aggancia l’idea di morte, oscurità, enigma. Ma ancora nn abbiamo la risposta alla nostra domanda: quale può essere la ragione di questo successo?
Halloween, innanzitutto, aiuta i bambini ad esorcizzare e prendere confidenza con l’idea di morte. Giocare con il mostruoso e l’oscuro è un’esercizio pedagogico che avvicina pensieri lontani e minacciosi, rendendoli “a portata di mano”. Da qui, una serie di concetti si sbloccano a cascata: la paura, il mostruoso, il magico, l’ignoto, che ci accompagnano fino all’età adulta.
L’ignoto apre le porte di un antro oscuro, popolato di frasi non dette, di luci oblique e di contorni che sfuggono, e, proprio per questo, scatenano il loro magnetismo. Come un odore che avvicina, si fa sfiorare, ma sfugge alla vista, senso nominato della conoscenza, destinato alle certezze e alle rassicurazioni dello spirito.
Il potere del magnetismo popola anche la stessa natura: sai a cosa serve un fiore? Esso permette alla pianta di sopravvivere e come lo fa? Seducendo gli insetti. Il profumo seduce, l’enigma attrae, nella dinamica tra luce e ombra, oscurità, disvelamento. Sboccia proprio qui un esile fiore notturno, solitario, protagonista e monarca della notte; forse non è per tutti, ma chi può avvicinarlo ne rimane stregato. Allo stesso modo il fascino è qualcosa che attrae, avvolge e avvicina, ma in fondo spaventa, perché lavora l’istinto e la razionalità che controlla e gestisce viene lasciata a tacere.
Quanto la paura dell’attrazione smisurata possa essere minacciosa per la mente umana lo abbiamo imparato nel Medioevo, dove il terrore della fascinazione era tale da arrivare ad ardere in piazza ammalianti donne ribelli. La strega medievale aveva infatti una caratteristica molto chiara, che non era certamente la scopa, il cappello a punta o i bitorzoli sul naso: al contrario, era una donna dotata di una bellezza ammaliante, straordinaria, più intelligente della media e un potere seduttivo esagerato. Io mi immagino queste donne, innocenti bambine o matrone consapevoli, menti delicate e strateghe manipolatrici.
Come non pensare al loro profumo.
Nobile 1942 ci ha regalato una fragranza che parla di “una misteriosa capacità di conseguire effetti inconsueti e sconcertanti, non necessariamente per opera di magia vera e propria”. Malìa ci porta nella vita di una donna “che forse era solo troppo bella e intelligente per la sua epoca”, ma viene tacciata di stregoneria e condannata alla morte arsa sul rogo. L’unica persona che mostra un po’ di pietà per questa donna è il suo carnefice, offrendole una pozione narcotizzante come i suoi occhi. Pensiamo al seducente profumo di un osmanto sciropposo e fruttato accompagnato dall’apertura provocatoria di una maggiorana balsamica e penetrante. Il connubio tra il ponte e seducente osmanto, la maggiorana che inizialmente toglie riferimenti e riporta all’idea di spavento e paura, ricalca meravigliosamente l’immagine questa innocente strega bambina, potente ma inconsapevole.
E se fosse sfuggita al rogo? Sarebbe potuta evolvere nella sue versione potente, deliziosa e additiva? Questa maturità di spirito non indossa più l’innocente osmanto, ma vede fiorire invece la regina della notte, con i suoi petali cerati e l’odore contrastante: canfora respingente e confettura di fragole dolce e ribollente. Troviamo le sensazioni di Tubereuse Criminelle di Serge Lutens, Baudelaire aveva ragione: bisogna restituire i fiori al male. Sui gambi alti talvolta anche più di un metro, i fiori di tuberosa emanano la loro fragranza in luoghi collocati in altezza. Come una lama sulla mola, lo zibetto aggiunge uno spigolo per affilare il suo splendore. Un profumo potente e spaventoso, che unisce una tuberosa meravigliosa e narcotica -la versione migliore di questo fiore che io abbia mai sentito- ad una miscela provocatoria di cumino e zibetto. L’apertura non è decisamente per beginners, ma il coraggioso che la accoglierà sulla pelle si ritroverà accompagnato da un floreale maestoso.
Poi arriva il freddo, la strega acquisisce un gelo sepolcrale, non ne vuole sapere di urlare, ma arriva di notte, calma e silenziosa. Note verdi dalle erbe spontanee di un bosco selvaggio, angelica e semi di carota, si muovono su un silenzioso fondo nero e lucido come la bakelite: Nuit de Bakelite di Naomi Goodsir ha fatto il suo ingresso. Una miscela estremamente originale, intensa ma intima, può essere un lampo di luce nel buio, l’odore delle notti bianche di Dostoevskij.