Siamo al 20 di Agosto, il mare è alle spalle, supero il casello di Bergamo. Tutto è fermo, immobile in un istante perenne di asfalto bollente. Scappo. Non posso. Forse sì. Aspetto e penso, quella fragranza luminosa, ricca, muschiata e brillante che ho sentito a Verona. Ha il nome dell’opera, una grande opera Lirica. C’è della calendula, o era forse tagete. Grande equilibrio e altissima qualità delle materie prime, si sente chiaramente. Apre il negozio e mi fiondo a risentirla: sarà un doppione? Ne ho già una simile? La mente si affolla di pensieri, ma Ferragosto è passato e Madame Butterfly II di Senyoko torna a casa con me, non si discute. Ho amato l’apertura affidata a pepe rosa e angelica, una nota erbacea che mi trasmette la sensazione di una selvaticità bella, indolente, ribelle quasi. L’ho amata in Nuit de Bakelite di Naomi Goodsir e la amo qui. In questo caso, però, è come un’animo turbolento ma maturo e intelligente, che sa venire a patti con la realtà, sa comportarsi, sa essere talcato e avvolgente, senza perdere la sua natura anticonformista. Come un bambino che non smette di divincolarsi alle regole.
Potrei passare ore ad indagare l’evoluzione di questa fragranza, ma il tempo scorre e ritrovo altre gemme sul mio cammino. Alcune di queste hanno come protagonista un legno sofisticato e a suo modo acidulo, erbaceo. Il vetiver è uno dei protagonisti di almeno due fragranze maschili davvero belle, che mi viene voglia di sentire sulla mia pelle. Encelade di Marc-Antoine Barrois e Cuir Pampas di Frassai. Entrambe erbacee ma leggermente fruttate e terrose: in Encelade emerge anche la fava tonka soffice e cremosa, mentre in Cuir Pampas la vaporizzata è spinta da una base di suede e ambra, che non copre mai l’armonia di lampone e timo. Entrambe mi portano fuori dalla città, dal mondo urbano, camminano a passo deciso in una dimensione vegetale, libera e armoniosa. Profumo da vero dandy o da donna amazzone del spirito, libera a cavalcare in una sera d’estate.
Siamo già a Settembre e ci avviciniamo al cuore pulsante degli shock olfattivi di questa stagione 2023. Pitti Fragranze, Clara va e mi invia foto, resoconti e impressioni. Torna a Bergamo e “ho un Discovery set che devi assolutamente sentire”. Se lei ne è entusiasta, deve valerne davvero la pena, mi dico. Sento altri brand, tutti interessanti devo ammettere, poi arrivo a lui. Una scatola nera, si apre a libro, e nasconde tra le righe scure una decina di campioni: “ti ho messo i miei preferiti a destra”, dice. Ovviamente parto da destra. Il resto è diventato parte di me, come le sfaccettature di un carattere inquieto. Perverso e Berlin im Winter di Baruti trasmettono un messaggio di sano ottimismo, ma non quello della spensieratezza infantile: sono entrambi profumi maturi, consapevoli, portano luce e ombra.
Berlin im Winter mi riporta ad un autunno fresco e quieto, quello in cui accendi la legna nel camino, ma più per sentirne il profumo e godere delle fiamme. Un profumo fruttato che ti restituisce una sensazione naturale, autentica, assolutamente reale. Una bellissima prugna e la foglia di ribes si accordano con il lentisco -marchio di fabbrica della collezione- e una nota ambrata resinosa che giace sul fondo. La piramide non ha un’evoluzione statica, è un continuo riassestarsi dell’equilibrio tra queste note, che si alternano in una danza fiduciosa. L’ho ribattezzato “il profumo dell’ottimismo“.
E poi arriva Perverso, che ti taglia le gambe. Ti abbassa le difese immunitarie. Non puoi resistere perché è semplicemente più forte di te. Perverso è deciso, seducente, mai banale; tu puoi provarci, puoi anche aspettare mesi prima di portartelo a casa, ma sai già dal primissimo istante che lui arriverà. Non è che lo scegli, lui si prende un posto nel tuo cuore, punto e basta. Sceglie la sua sedia preferita e la usa, poi ti guarda, ti sorride e tu non hai il coraggio di dirgli niente. Perché? Perché di sì. L’alternativa e odiarlo, decisamente. Ci puoi sentire la muffa, l’odore delle damigiane vuote, la decadenza di un tabacco secco. Può sembrarti arrogante, pungente, aggressivo e a tratti rude, molto probabilmente perché lo è. Ma io lo amo follemente proprio per questo: perché arriva e non chiede permesso, ma non avrò mai la forza di mandarlo via, non allontanerò mai quel mix irriverente di tabacco secco, nocciola, fico e ambra grigia. Poi si sa, a me piacciono i profumi insolenti, quinti tant’è. Solo per nasi indecenti.